Di.Fo.In.Fo.

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Di.Fo.In.Fo. Connessione ecologica di fontanile in fontanile nell’Est milanese” Bando “Realizzare la Connessione Ecologica” – anno 2015

Il progetto parte dalla considerazione che il sistema dei fontanili lombardi, e in particolar modo di quelli milanesi, rappresenta una rete ecologica diffusa capillarmente sul territorio agricolo. Tale sistema è inoltre strettamente associato al sistema della viabilità rurale, al sistema di formazioni vegetali longitudinali, ai boschi, alle piccole aree depresse marginali, poco funzionali alla coltivazione. Aumentando la loro connessione con un piano di governo e di gestione adeguato si darà la possibilità alle specie vegetali e animali autoctone che caratterizzano gli ambienti source di colonizzare nel tempo (in modo del tutto spontaneo) i nuovi ambienti e/o gli ambienti riqualificati, impedendo nel contempo l’espandersi delle specie alloctone.

Attualmente l’ostacolo più grande per la valorizzazione di sistemi locali di fontanili è legato al problema della manutenzione e alla corretta gestione. Molto spesso la riqualificazione delle teste rischia di restare fine a se stessa data la mancanza di adeguate indicazioni sulla manutenzione e sulla gestione del fontanile stesso, il cui costo potrebbe essere sostenuto dai proprietari (come avveniva in passato) solo se fosse presente una motivazione economica (ad esempio l’uso dell’acqua del fontanile a fini agricoli).

La realizzazione di sistemi ambientali di connessione tra fontanili, o la riqualificazione ecosostenibile e funzionale di sistemi preesistenti, rappresentano un elemento importante in chiave paesaggistica, ecologica ma anche economica. Si pensi alle esternalità negative prodotte dall’inquinamento e dal prosciugamento dei fontanili e al valore economico della ricomposizione del paesaggio agrario rispetto ai fenomeni di degrado ambientale. Ma anche, ad esempio, al possibile uso irriguo delle acque per la valorizzazione di filiere agricole di prossimità o di nicchia legate alla riscoperta di alcuni prodotti tradizionali, alla diversificazione delle colture, in particolare delle produzioni orticole, all’allevamento di specie ittiche di pregio (magari di specie endemiche e rare), all’educazione ambientale, al turismo rurale, ecc.

La connessione con i temi di fabbisogno alimentare rappresenta un importante argomento su cui può potrà essere inserito il recupero dei fontanili e l’uso delle loro acque per fini alimentari. La corretta gestione dei fontanili è inoltre legata inscindibilmente alla qualità delle acque, e dunque alla sicurezza e disponibilità alimentare (temi Expo 2015).

Il progetto parte dalla considerazione che il sistema dei fontanili è di per se stesso una rete ecologica, con teste ricche di biodiversità (sources), con gangli e con sink, il tutto connesso da una rete capillare di corridoi ecologici più o meno efficaci, rappresentati dalle aste e dai canali.
Il biotopo fontanile, considerato nel contesto del “deserto agricolo” imposto dall’attuale economia di mercato un vero e proprio hotspot di biodiversità, ha una storicità imprescindibile legata alla formazione ed evoluzione del paesaggio agrario lombardo.
In sintesi, la strategica collocazione a sistema di zone umide e strutture lineari acquatiche, accompagnate dalla presenza di fasce arboreo-arbustive, può far conseguire il triplice risultato di evitare la scomparsa di specie rare, rafforzare la fauna più funzionale alle attività agricole e migliorare il paesaggio tradizionale.
Contraddistinti da una testa di acqua risorgiva, da un’asta e da un ambito ripariale provvisto di dotazione arboreo-arbustiva, i fontanili presentano sia la caratteristiche delle zone umide (in grado di concorrere al ricovero e alla riproduzione della biodiversità) che quelle degli elementi idrici lineari (atte a garantire la vitalità e la mobilità delle specie ittiche, anfibie, entomologiche e avicole, sia nidificanti che svernanti).

Ciononostante, potrebbero essere valorizzati ulteriormente in una logica di scala vasta, se orientati a costituire un sub-sistema complementare e integrabile a quello già individuato dalla rete ecologica, entrando organicamente in sinergia con altri elementi costitutivi del sistema, specie in prossimità di ambiti critici del territorio milanese, contraddistinti da un elevato grado di sviluppo urbano e da un’agricoltura poco diversificata. I fontanili sono il ponte ecologico di sistemi vasti e complessi come le aree protette tra Ticino e Adda.

La programmazione territoriale considera già oggi i fontanili nei propri strumenti operativi, ma è necessario fare emergere la necessità di una regolamentazione sovralocale per il corretto recupero e la futura gestione della risorsa.

I fontanili messi in rete, secondo le linee guida che verranno elaborate nel contesto di questo studio, diventano efficaci elementi di contrasto al consumo di suolo nonché vettori di biodiversità.
La presenza di un reticolo irriguo capillare e dei fontanili rappresenterà l’elemento strutturale attorno a cui articolare e radicare nel territorio sistemi ambientali di connessione a differenti livelli di complessità. Lo studio creerà le condizioni di fattibilità tecnica-ambientale, politico-sociale, giuridica-amministrativa affinché sistemi di connessione tra fontanili possano essere realizzati nell’ambito della prossima programmazione regionale. La scelta delle aree si orienterà in una precisa direzione volta a tradurre i contenuti dello Studio all’interno della fattibilità degli interventi.

Il capofila è la Legambiente Lombardia Onlus.

I partner sono: Provincia di Milano, Università degli Studi Milano, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali. Produzione, territorio, agroenergie; l’IRSA – CNR e il Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi.

Le azioni si sviluppano dal 17 giugno 2013 al 17 gennaio 2015 per un totale di 19 mesi.

Il costo complessivo del progetto è di euro 204.552, il contributo della Fondazione è pari a 112.720 euro, il 55,11% del costo totale.

Con il supporto di:

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