“Per un nuovo parco urbano” workshop e approfondimento tematico del 10 maggio
Il 10 maggio, il terzo appuntamento del percorso partecipativo “Per un nuovo parco urbano” ha toccato alcuni temi centrali per i cittadini: dalla rigenerazione dell’area edificata ex Snia, alle modalità di gestione dell’area di laminazione, a partire da esperienze concrete, fino alla costruzione di una rete di piste ciclabili che connetta il nuovo parco alle altre aree verdi.
Il terzo appuntamento del percorso partecipativo è stato dedicato ad approfondire alcuni temi, individuati a partire dalle sollecitazioni dei cittadini.
In particolare, attraverso gli interventi di alcuni esperti, ci si è confrontati in merito a:
- Progetto di rigenerazione dell’area industriale edificata della Snia,
- Esperienze di gestione ordinaria delle aree di laminazione,
- Esperienze di organismi di monitoraggio civico delle fasi di cantiere e delle fasi operative di alcuni impianti,
- Raccordo piste ciclabili nell’area.
Elena Busnelli, Presidente della Commissione urbanistica del Comune di Varedo, ha presentato il masterplan per la rigenerazione dell’area industriale della ex Snia. Il progetto prevede una riduzione della quota edificata, dall’attuale 47% al 26%, e la creazione di strutture per un mix funzionale composto da residenziale, commerciale urbano e extra-urbano, logistica, uffici, servizi. Circa il 22% dell’area sarà dedicato ad aree verdi. Gli spazi pubblici corrispondono a circa 16.000 m2. È prevista inoltre la realizzazione di un tratto di pista ciclabile che potrà sfociare nel nuovo parco urbano dell’area di laminazione. L’area è oggi di proprietà di diverse società immobiliari che fanno capo a un unico referente, lo studio tecnico del Geometra Bianchi e Sabatini.
L’area della vasca appartiene invece alla società RG Sviluppo.
Remo Passoni (AIPo), nel secondo intervento, ha illustrato come vengono gestite nella quotidianità altre vasche di laminazione. In particolare, Passoni fa fatto riferimento ad alcuni impianti della Lombardia ovest, vale a dire la Diga di Ponte Gurone nel Comune di Malnate, le vasche di spagliamento del torrente Rile a Cassano Magnago, Cairate, Carnago, le vasche di spagliamento del torrente Rile e Tenore a Cassano Magnago, e la vasca di laminazione del torrente Arno a Gallarate e Cassano Magnago. Aipo gestisce nel complesso un numero importante di opere idrauliche. Ci sono alcune attività comuni a tutte le opere: con un appalto annuale vengono affidati i lavori di manutenzione e un’attività di presidio e vigilanza, è fondamentale che ci sia personale dedicato che è sempre disponibile per intervenire e fare le azioni che sono necessarie nel caso di eventi avversi. Passoni ha sottolineato che queste attività non sono legate alla sensibilità o disponibilità del singolo funzionario o ufficio, sono invece messe nero su bianco sui disciplinari di esercizio, concordati con AIPo, con i progettisti ed esecutori dei lavori e con gli enti deputati, Regione Lombardia e in alcuni casi anche il Ministero. Accanto all’attività ordinaria, ci sono quelle straordinarie legate agli eventi di piena, per far fronte a criticità inattese. Per ogni invaso, dunque, c’è un’attività svolta in continuo dall’agenzia, anche attraverso l’affidamento ad operatori economici specializzati, e una vigilanza continua.
Venendo a dei casi concreti, Passoni illustra il caso della Diga di Ponte Gurone, per la cui manutenzione ordinaria è previsto un budget di 300.000 euro. Per l’area di laminazione di Paderno, il costo medio per la manutenzione ordinaria è pari a circa 500.000 euro. La differenza è determinata dalla presenza del sistema di pompaggio, che deve essere mantenuto in efficienza e che ha dei consumi elettrici.
Roberto Cerretti (Regione Lombardia) e Marco La Veglia (Aipo) rispondendo ad alcune domande poste dai partecipanti, spiegano che Aipo, Regione Lombardia, Città metropolitana, Comune di Milano hanno siglato un Accordo di Programma per la difesa di Milano. Questo accordo prevede uno stanziamento economico: ciascuna delle parti si impegna alla manutenzione di tutte le opere del sistema Seveso e del canale scolmatore di nord ovest. Il budget viene incrementato nel tempo a seconda del numero di impianti che vengono attivati.
Agnese Bertello (Ascolto Attivo) ha invece presentato alcune esperienze che consentono ai cittadini di restare coinvolti nelle decisioni e nel processo di realizzazione dell’opera nell’arco del tempo. Sempre più spesso i percorsi partecipativi prevedono la creazione di organismi di questo tipo, perché c’è un’esigenza strutturale forte che è quella di riconnettere il tempo lungo della realizzazione di un intervento infrastrutturale con il tempo decisamente più breve di un percorso partecipativo. Agnese Bertello ha raccontato in maniera specifica il caso del Residential Advisory Board (comitato consultivo della comunità locale) nato intorno al progetto della Biopiattaforma di Sesto San Giovanni. L’intervento ha voluto essere uno stimolo alla riflessione condivisa sull’opportunità e la possibilità di creare un organismo analogo, ma costruito ad hoc per il contesto e per le finalità decise dai partecipanti, anche per l’area di laminazione di Paderno Dugnano, Varedo e Limbiate.
Dopo il ciclo di domande e risposte su questi primi interventi, si è passati ad affrontare l’ultimo tema, quello della riconnessione attraverso le piste ciclabili dei diversi parchi e aree verdi presenti, o in via di realizzazione nell’area.
Il tema è stato introdotto da Roberto Cerretti che ha illustrato la Delibera Regionale che rappresenta il Piano regionale della mobilità ciclistica e prevede che gli enti territoriali redigano il loro piano tenendo conto di quello regionale. Regione Lombardia ha individuato 17 ciclovie di interesse regionale, per 3.000 km complessivi che costituiscono una rete. I comuni devono fare un loro piano collegandosi alla rete regionale esistente. Quindi, nel caso specifico, conclude Cerretti, non basta una pista ciclabile che giri intorno alla vasca, ma sarebbe importante una pista che raggiunge la vasca e poi si ricollega ad altre piste della rete.
Giorgio Rossetti, assessore del Comune di Paderno Dugnano, ha presentato la mappa delle piste ciclabili di Paderno e sottolineato l’importanza di creare una connessione tra le diverse aree verdi del Comune, il Parco Lago Nord e il River park, ma anche di immaginare una connessione ciclabile tra tutte le aree di laminazione del Seveso, un unico asse che le riconnette.
Elena Busnelli, presidente commissione urbanistica di Varedo, ha precisato che il masterplan prevede la realizzazione di una nuova pista ciclabile; trattandosi di un progetto ancora embrionale, l’occasione è quella di raccogliere gli imput per riuscire a collegarsi al meglio con la nuova area.
Nel suo intervento, Valerio Montieri, di Fiab, ha sottolineato quanto sia importante lavorare per reti: fare piccoli tratti di ciclabili è poco significativo, occorre superare il localismo attraverso la creazione di un biciplan sovracomunale. Prima di fare richieste di finanziamenti, occorre un piano generale che vada a individuare i punti attrattori principali del territorio, lo stato di fatto e le potenzialità della rete. Nel sud est milanese, alcuni Comuni hanno lavorato in questo modo e sono arrivati a realizzare una sorta di “bicipolitana”, ma ci sono tanti begli esempi in Italia. Montieri informa inoltre che è in itinere un aggiornamento del piano regionale e consiglia di tenere presente il biciplan della Città Metropolitana di Milano, CAMBIO.
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